Il passato da imitare, quello da lasciare da parte e il futuro da disegnare. Il primo, da imitare, è quello degli antichi, su tutti i romani, la cui scienza dei materiali e delle costruzioni ci ha regalato esempi che durano tuttora (per “carpirne” i segreti una buona fonte può essere il vitruviano De Architectura). Quello da lasciare, indubitabilmente, da parte è, invece, quel passato che non ha saputo considerare le opere edili come un processo complesso e articolato la cui qualità finale dipende, fortemente, dal dettaglio e dalla sua cura: progettuale, esecutiva, regolatoria e autorizzativa. L’esito di questa vision, o mancanza della medesima, ha portato a opere “malate” di degrado: sempre meno sicure, funzionali, funzionanti. Durabilità cercasi, insomma, e non è un’impresa facile. Ci sono riusciti i romani, non troppo, a dire il vero, alcuni “constructores” venuti dopo di loro. E il futuro? È quello formato da un ritorno alle origini – leggi gli esempi, le “luci” del buon costruire – e insieme dalla fiducia nell’innovazione. Meglio, molto meglio, se combinata con la ricerca, la buona esecuzione e i dovuti controlli lungo tutta la vita dell’opera, dalla genesi alla maturità.
IL RINASCIMENTO DEL CALCESTRUZZO
Tutto quanto abbiamo anticipato in questo incipit è emerso, per esempio, all’ultimo SAIE di Bologna, dove il Padiglione 25 ha ospitato una rassegna specialistica estesa quanto l’intero corso della manifestazione felsinea.
Il titolo: #x1FIORdiCALCESTRUZZO. Il soggetto organizzatore: l’Istituto Italiano per il Calcestruzzo di Renate Brianza presieduto dal geometra Silvio Cocco e varato oltre un decennio or sono proprio per gettare le basi di un rinnovato network della qualità (e della formazione). Si è trattato di una rassegna nuova di zecca, che si propone come la prima di una serie, una sorta di esperimento, laboratorio, impegno, messo in campo per far capire al settore che la parola chiave della nostra epoca – connect, connessione – deve essere riempita di contenuti effettivi e finalizzati al raggiungimento dell’obiettivo della qualità. La cultura tecnica, in questo contesto di recupero e divulgazione, gioca un ruolo cruciale, al pari dello slancio dell’innovazione.
Ecco allora spiegato lo sforzo a proporre ben quattro giornate di seminari, ospiti, contributi, proposte, all’interno di uno spazio convegnistico realizzato ad hoc, la Piazza x1FIORdiCALCESTRUZZO.
La rassegna si è aperta il 14 ottobre con un seminario dedicato alle pavimentazioni evolute, per concludersi il 17 ottobre con l’evento “COSTRUZIONI: il mondo del lavoro incontra la scuola” e con l’assegnazione (prima volta assoluta) del premio “Una luce nel mondo del buon costruire” all’ingegner Filiberto Finzi, di cui abbiamo parlato sul numero di Ottobre di COSTRUZIONI.
In mezzo, tante idee, buone pratiche, suggestioni. Tutte tese a osservare il mondo delle costruzioni da diversi punti di vista, ma con l’obiettivo comune di fornire una ricetta univoca e coerente a tutti i suoi migliori attori: è solo guardando a ogni aspetto come a un elemento cruciale dentro un sistema, infatti, che si può conseguire l’autentica qualità.
I PILASTRI DELLA QUALITÀ
Il primo tema della rassegna è stato quello delle pavimentazioni evolute, nello specifico realizzate in post-tensione, una tecnica che ha trovato e trova numerosi casi di successo in un ambito costruttivo come le pavimentazioni industriali, offrendo così un vasto repertorio di tecniche e, soprattutto, processi (progetto,
esecuzione, controlli), utili a chiunque si debba confrontare con interventi di realizzazione di superfici. Va ricordato, infatti, che questa tipologia di intervento ha toccato proprio quest’anno i dieci anni di ottima vita. La prima azienda a dotarsi di una pavimentazione postesa progettata dal geometra Silvio Cocco, nel 2005 (da quell’esperienza sarebbe nata l’azienda specialistica Tenso Floor), è stata la Tenax, per un suo insediamento logistico: l’impiego di un pavimento senza giunti e dalla perfetta planarità le ha consentito, per esempio, di preservare al massimo grado, negli anni, le ruote dei carrelli per la movimentazione dei prodotti stoccati. Per la serie: la qualità si vede anche da come è fatto il luogo dove essa nasce.
Dallo stoccaggio al trasporto: la seconda giornata della rassegna bolognese è stata imperniata sul tema della produzione, ma soprattutto del trasporto del calcestruzzo, un aspetto dai risvolti peculiari in un momento di perdurante crisi economica. Quindi, ecco aprirsi un primo scenario sulle infrastrutture (terza giornata), in questo caso viste con la lente delle prescrizioni del calcestruzzo armato, funzionali all’ottimale realizzazione delle medesime. Due aspetti cruciali: i controlli l’impiego del mescolatore, un tempo definito pre-miscelatore, diffuso Oltrealpe, di impiego decisamente raro qui da noi.
Con questi ultimi cenni, siamo tornati a citare due “attori” protagonisti (la corretta esecuzione e i controlli) di quel cammino che conduce alla qualità, obiettivo che passa attraverso la costanza della produzione. Un ulteriore fattore cruciale, ma sempre da mettere in correlazione con l’intera filiera, è quindi senz’altro quello del prodotto, che nasce dalla ricerca e sviluppo, che nella rassegna IIC ha assunto la forma (e la sostanza) di Aeternum CAL, il calcestruzzo additivato con Aeternum, soluzione polifunzionale che ha già dato buona prova di sé proprio nelle pavimentazioni industriali in post-tensione. La sua “anima”, il compound Aeternum, composto di additivi ad alta tecnologia in grado di garantire elevata durabilità, alto grado di impermeabilità non solo all’acqua ma anche all’aria.
Il 16 ottobre, un seminario ad hoc ha fatto il punto proprio su quest’ultima evoluzione del calcestruzzo armato.
Impegnato in prima fila, se così concepito, nella battaglia contro il degrado e i suoi fattori scatenanti.
DAI PROBLEMI ALLE SOLUZIONI
Proprio del problema del degrado, e della sua risoluzione attraverso un’attività di programmazione che impegni verso lo stesso obiettivo gestori, progettisti e sviluppatori di soluzioni tecnologiche, si è occupato anche un seminario, sempre il 16 ottobre, dedicato allo specifico delle infrastrutture di trasporto: dai ponti alle gallerie. È stata quella l’occasione di illustrare il nuovo approccio dell’Anas alla questione manutentiva, di approfondire le esperienze di messa in sicurezza dei grandi Trafori Alpini e di fornire soluzioni innovative di protezione al fuoco e garanzia di durabilità come il rivestimento Aeter num Fire, a base di Aeternum.
Infine, il 17 ottobre si è tenuto l’incontro tra mondo del lavoro e della scuola, a sancire un’alleanza da cui non si può prescindere per ridare progettualità al nostro Paese. Sempre il 17, gran finale con il premio “Una luce nel mondo del buon costruire” con il primo riconoscimento di sempre assegnato all’ingegner Filiberto Finzi, una carriera iniziata sotto il segno delle gallerie (pur da ingegnere aerospaziale) e tuttora passata, tra le altre cose, a rimettere in forma ponti al collasso o edifici pubblici bisognosi di attenzione. “Si è trattato di una rassegna a tutto campo – ha spiegato Cocco – che ha visto la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni, dell’impresa, del progetto, nonché di professionisti, dall’Italia e dall’estero, impegnati ogni giorno nella cura delle buone costruzioni. Non dimentico inoltre gli studenti che, in gran numero, hanno frequentato i nostri seminari e che rappresentano un’autentica speranza per il settore. Si è trattato di una prima volta, di una sorta di esperimento, da cui pur si doveva partire per dimostrare quanto sia necessario continuare a diffonder la cultura della qualità”.
LA PIATTAFORMA ECOLOGICA SOTTO I RIFLETTORI DI ECOMONDO
Da Bologna a Rimini. Se il SAIE è stato teatro dell’ampia rassegna #x1FIORdiCALCESTRUZZO che abbiamo raccontato, pochi giorni dopo la conclusione del salone felsineo IIC, con la sua associata Tenso Floor, è tornato a catalizzare l’attenzione degli specialisti presentando a Ecomondo 2015, a Rimini, la “Piattaforma ecologica in calcestruzzo posteso monoblocco priva di qualsiasi tipo di giunto”.
Il nome commerciale è Eco-Floortek e la sua “anima” è ancora una volta la tecnologia della post-tensione: per realizzarla non sono così necessari giunti né di costruzione né di dilatazione. Il “corpo”, invece, è un prodotto che abbiamo già avuto modo di conoscere, ovvero il calcestruzzo ad alte prestazioni, impermeabile e resistente alle aggressioni chimiche Aeternum CAL. Assenza di giunti, alta qualità del materiale e, non dimentichiamolo, attenta progettazione e accurati controlli consentono a chi impiega questa piattaforma, che può raggiungere e anche superare i 10.000 m2 di superficie, di lasciarsi alle spalle problemi di fessurazioni, percolati o breve vita utile. Un focus dedicato a questa soluzione si è svolto il 6 novembre.
Dopo l’introduzione del geometra Silvio Cocco, Francesco Chiesi ha inquadrato le problematiche connesse allo smaltimento dei rifiuti, illustrato l’attività dei centri di smaltimento e messo in evidenza la questione dei percolati e il relativo impatto ambientale.
Dopodiché lo stesso Cocco ha descritto la piattaforma ecologica Eco-Floortek, mentre la dottoressa Valeria Campioni è intervenuta sul tema dell’importanza della qualifica del calcestruzzo e dell’utilizzo del compound Aeternum CAL per ottenere un calcestruzzo ad alte prestazioni.
Fabrizio Apostolo
Costruzioni | Novembre 2023