L’Istituto Italiano per il Calcestruzzo protagonista al Saie. Il 17 ottobre, nell’ambito della manifestazione fieristica in programma a Bologna, l’I.I.C. terrà un convegno sullo studio sull’efficienza dei premescolatori effettuato di recente, commissionatogli dall’Ucomesa, Unione Costruttori Macchine Edili, Stradali, Minerarie ed Affini, nel contesto di una collaborazione con ATECAP (gruppo premiscelazione). “Lo studio è stato realizzato su quattro impianti, dislocati in diverse regioni italiane”, spiega Silvio Cocco, presidente dell’I.I.C. “L’obiettivo era valutare se ci fossero differenze, nel medesimo impianto, tra due bocche di carico, una dry e una wet, ossia una che caricava direttamente l’autobetoniera, l’altra che caricava l’autobetoniera attraverso il premescolatore. In sostanza, si voleva dimostrare se l’uso di un premescolatore in un impianto di betonaggio fosse positivo o meno”.
Nel concreto, lo studio è stato eseguito caricando due betoniere e prelevando quattro campioni per ciascuna macchina: in coda, a due quarti, a tre quarti e all’inizio. Mediante i prelievi realizzati nell’autobetoniera caricata direttamente si sono ottenuti quattro tipi di calcestruzzo differenti tra loro, mentre nel caso dell’autobetoniera caricata con il sistema del premescolatore le quattro tipologie di calcestruzzo erano assolutamente simili, pur avendo usato gli stessi componenti.
“Innanzitutto abbiamo dimostrato che l’autobetoniera non è un mescolatore ma, come ben si sa, un mezzo progettato specificamente per il trasporto del calcestruzzo, è un mezzo che non è in grado di dare nessuna garanzia di omogeneità”, continua Cocco. Le prove sono state realizzate in funzione del rapporto acqua/cemento, della massa volumica, del contenuto d’aria e delle resistenze. “Abbiamo confermato che il calcestruzzo fatto con il premescolatore è molto più efficiente rispetto a quello dell’autobetoniera”, afferma Cocco. Una risposta positiva sul premescolatore è stata data anche in riferimento ai tempi che, pur Silvio Cocco essendo leggermente superiori in fase di carico, nell’insieme si sono rivelati più brevi rispetto all’uso dell’autobetoniera. “Insomma, abbiamo constatato che, a parità di quantità di cemento, con il premescolatore si ottiene un calcestruzzo più omogeneo, con un rapporto acqua/cemento più basso, con resistenze più alte e più uniformi e con una lavorabilità superiore”. Nel corso del convegno, lo studio sarà presentato nel dettaglio, con la descrizione meticolosa di ogni singola prova e con l’analisi dei risultati ottenuti.
PER CONOSCERE LA GIUSTA “RICETTA” DEL CALCESTRUZZO
Ottobre è un mese importante per l’Istituto Italiano per il Calcestruzzo. A partire da venerdì 24, infatti, inaugurerà una serie di convegni voluti e proposti dall’azienda SCB e tenuti dagli esperti dell’I.I.C. Diverse le città interessate. Tra quelle già in calendario: Verona, Trento, Modena e Firenze, oltre a Monticello Brianza, in provincia di Lecco, dove sorge la sede dell’Istituto. “Questi incontri vogliono essere una provocazione”, commenta Cocco. “Cercheremo di fare incontrare e di mettere a confronto tra loro, da una parte i produttori di calcestruzzo, dall’altra i progettisti, gli ingegneri, i direttori dei lavori e i collaudatori, figure che in base alla nuova normativa europea sono responsabili per l’opera realizzata per 50 anni”. Ma in che modo i convegni vogliono provocare?
“Oggigiorno le centrali di betonaggio si lamentano perché, a loro avviso, chi ordina il calcestruzzo non è in grado di dare indicazioni chiare e corrette sulle specifiche necessità”, risponde Silvio Cocco. “Purtroppo questa poca conoscenza del prodotto fa si che le centrali stesse se ne approfittino, fornendo un calcestruzzo non rispondente alla qualità prospettata”. I convegni in programma hanno proprio l’obiettivo di mettere in condizione i responsabili dell’opera di essere più precisi nelle loro specifiche, nelle voci di capitolato, nel definire il calcestruzzo che vanno a ordinare per consistenza, resistenza, classe di esposizione e dimensioni dell’aggregato. Un’adeguata formazione contribuisce senz’altro a elevare la qualità delle consegne da parte delle centrali di betonaggio.
“Questa necessità di preparazione e di conoscenza è dimostrata anche dalle richieste di consulenza che negli ultimi mesi l’Istituto ha ricevuto da parte di studi di progettazione”, conclude Cocco. “Per noi è una soddisfazione, attendevamo questo momento da lungo tempo. In pratica diversi studi si stanno associando al nostro Istituto affinché possano usufruire dei servizi di controllo del contratto tra l’impresa e il fornitore, di qualificazione del calcestruzzo che viene poi fornito al cantiere e di organizzazione di una verifica nel cantiere stesso, per controllare che le betoniere rispondano alle caratteristiche contrattuali stabilite”.
Costruzioni | Ottobre 2008