Non passa giorno che i guai causati da una cattiva mescolazione del calcestruzzo non ci presentino il conto, eppure nulla si fa per porre un rimedio a questo stato di cose. Anzi, sembra che tutti remino contro allontanandosi sempre più da una soluzione facile, vicina, davanti agli occhi di tutti ma che nessuno ha il coraggio di affrontare e risolvere una volta per tutte.
Si sono pretesi controlli e certificati di tutti i componenti del calcestruzzo, si è richiesta la certificazione dell’impianto di betonaggio ma purtroppo nulla si è fatto per dare, anzi per imporre, un preciso e certificato sistema di mescolazione dei componenti.
Componenti di cui è facile verificare tutti i costi e gli sforzi a monte per l’ottenimento della loro idoneità, componenti così accuratamente controllati e certificati (…), selezionati con estrema cura ma poi messi insieme (…) con estrema faciloneria tanto da causare, il più delle volte, la cancellazione totale delle buone caratteristiche tanto ricercate in essi.
Non è difficile imbattersi in cantieri dove si più osservare la ri-aggiunta in autobetoniera, da parte degli stessi operai del cantiere, di vari prodotti quali fibre di acciaio o in polipropilene, additivi ritardanti o acceleranti e quant’altro.
Quale sarà il risultato finale di quel calcestruzzo la cui mescolazione è stata affidata a un mezzo di trasporto? Sì, un mezzo di trasporto (perché l’autobetoniera è considerata solamente tale) alla mercé di un autista che, a suo insindacabile giudizio, la può manipolare e determinare i tempi di mescolazione (se così si possono chiamare).
Certamente davanti a queste affermazioni ci sarà una “levata di scudi”, pronti a smentire in ogni modo e con ogni mezzo i fatti mostrati in queste due pagine.
Aeternum a convegno
L’Istituto Italiano per il Calcestruzzo ha organizzato, per la consociata Tekna Chem, il convegno dal titolo “Linea Aeternum: un calcestruzzo per sempre”. Quando? il 19 aprile 2013 a Villa Greppi, a Monticello Brianza (LC).
Alcuni anni di ricerca, altri di sperimentazione, alcuni master presso università straniere e italiane per presentare a una platea di probabili e auspicabili utilizzatori, la gamma dei prodotti “AETERNUM”.
“Linea Aeternum: un calcestruzzo per sempre” questo è il tema del convegno che l’Istituto Italiano per il Calcestruzzo ha organizzato per la consociata TEKNA CHEM presso Villa Greppi, a Monticello Brianza, in provincia di Lecco, il 19 aprile 2013.
Nel corso del convegno sarà affrontato il tema della durabilità in tutte le sue molteplici sfaccettature.
Si parlerà infatti di cementi, aggregati, acque, additivi. Non ultimo si parlerà di impianti.
La gamma
L’IIC ha definito la formulazione dell’AETERNUM per ciascun impiego specifico:
- AETERNUM 1 per la prefabbricazione
- AETERNUM 3 per il mantenimento della lavorabilità
- AETERNUM SCC per calcestruzzi auto-compattanti
- AETERNUM PAV per pavimentazioni industriali
- AETERNUM FIRE per malte antifuoco
- AETERNUM PROOF per calcestruzzi impermeabilizzanti
Compound vincente
Sul numero scorso abbiamo realizzato un articolo corposo sulle qualità e sui vantaggi dell’AETERNUM. Ne riportiamo qui le caratteristiche salienti.
Innanzitutto l’Istituto Italiano per il Calcestruzzo ha scelto questo nome perché “eterni” sono i calcestruzzi con esso confezionati. Il compound di additivi elaborato dall’IIC dà la possibilità di lavorare con un calcestruzzo ghiaioso senza la preoccupazione di fenomeni di separazione, la possibilità in queste situazioni di poter disporre di un calcestruzzo in S5 con rapporto a/c assolutamente ridotti (R a/c= 0,35-0,37), inoltre la possibilità di osservare ritiri praticamente nulli.
Insomma, con l’impiego dell’AETERNUM si ha la garanzia assoluta di un calcestruzzo che a parità di dosaggio di cemento raddoppia le resistenze meccaniche, sia a compressione sia a flessione. Assicura inoltre un’assoluta impermeabilità a penetrazione zero. I test di confronto effettuati in Italia e all’estero confermano che un calcestruzzo additivato con AETERNUM è di gran lunga superiore a un calcestruzzo confezionato con cementi solfato resistenti.
Costruzioni |Marzo 2013