Stiamo vivendo un momento particolarissimo in generale, ma, nello specifico del nostro mondo, ovvero quello del Calcestruzzo, la situazione sta diventando ben più che critica: disperata. L’aumento dei prezzi in tutta la catena di produzione del calcestruzzo (quindi non solo del cemento) sta letteralmente sconvolgendo gli equilibri dell’intero settore.
Il nostro laboratorio riceve puntualmente, con cadenza quotidiana, campioni di ceneri, delle più svariate provenienze, da analizzare e controllare, per valutare la possibilità di un loro impiego nel calcestruzzo a mo’ di ceneri volanti non meglio definite. Il loro inserimento è finalizzato all’obiettivo di poter ridurre i dosaggi di cemento. Allo stesso modo accade per degli aggregati, anch’essi non meglio definiti, provenienti dal recupero di attività di demolizioni, e quasi sempre etichettati come provenienti dalla frantumazione di traversine ferroviarie. Anche in questo caso, a fronte di un materiale di incerta provenienza, la richiesta è certa e ben definita: analizzarlo per determinare se possa essere impiegato, anche in percentuale, per realizzare calcestruzzo. Abbiamo fatto delle prove e condotto delle analisi. I risultati sono drammaticamente lampanti: si tratta di ceneri zeppe di prodotti dannosi (metalli pesanti, cloro, solfati, sostanze organiche, ecc.). tutta roba che con il cemento proprio non va d’accordo.
Questa situazione richiede una lettura attenta e corretta: coloro che portano questi materiali a verificarne l’idoneità sono persone (apparentemente) coscienziose, anche se qualcuno ci confessa, in tutta confidenza, di avere già utilizzato quei materiali con buoni risultati (speriamo sia detto solo per forzare il nostro irremovibile responso). Se a questo stato di cose andiamo ad aggiungere le chiamate che l’Istituto Italiano per il Calcestruzzo riceve in continuazione da parte di imprese che contestano il fornitore di calcestruzzo per non conformità nelle forniture, mancanza di resistenze, fenomeni pop-aut, faccia-vista disastrati, e chi più ne ha più ne metta, il panorama non è certamente incoraggiante.
Le opere che durano
Ormai da molti anni Tekna Chem ha assunto una netta e chiara posizione sul mercato: perseguire la qualità e, con essa, la durabilità delle opere. Un calcestruzzo può essere, infatti, sinonimo di sostenibilità ambientale, sebbene sia comunemente inteso come il contrario (un danno ambientale). Per fare questo è stato d’obbligo immettere sul mercato solo prodotti di alta qualità. Tuttavia, nel nostro mondo c’è troppa improvvisazione a tutti i livelli (mi spiace doverlo sottolineare), la mano d’opera non è più qualificata quanto una volta, i controlli sono assenti (anche questa nostra affermazione piace poco, ma è, purtroppo, vera). Non si conosce a pieno il significato di controllo: non si comprende che esso va esercitato sin dalle materie prime, per proseguire con il sistema di produzione, dal prodotto in fabbrica alla consegna in contraddittorio. Ci sono poi le fasi di controllo della posa in opera, della stagionatura e, finalmente, del collaudo. L’insieme di tutte queste operazioni, e soltanto tutto ciò, può definirsi controllo. Coloro ai quali poco piace l’asserzione “mancanza di controlli” sono certi che tutto questo avvenga. Ebbene, pensiamo un attimo e poi si abbia il coraggio di essere sinceri almeno con se stessi.
Il calcestruzzo ha – come noto – una catena di produzione molto lunga. Dalla produzione dei suoi componenti al collaudo dell’opera, il prodotto passa in diversi mani e questa condizione non facilita, di certo, un completo e corretto procedimento di controllo. Non solo: la catena dei controlli è spezzata e ciò facilita l’operazione di addossare responsabilità a chi a quel punto della catena non è presente.
Il progetto Aeternum CAL
Nato all‘interno del nostro Gruppo Tekna Chem per soddisfare le necessità dei nostri cantieri, e quindi sperimentato con successo da oltre sedici anni e in moltissime occasioni (pavimentazioni industriali in post-tensione, ponti, viadotti, gallerie, banchine marittime, alvei di canali), viene oggi proposto sul mercato a centrali di betonaggio in esclusiva per un’area di 50 chilometri di loro competenza. Si tratta di centrali di betonaggio che abbiano capito l’importanza di poter presentare al mercato una linea di calcestruzzi ad alta performance che possa metterle nelle condizioni di affrontare il mercato facendo ricorso a un prodotto altamente qualificato, progettato e controllato lungo tutto il tragitto: dalla scelta delle materie prime, al sistema di preparazione, al controllo in fabbrica fino al controllo sul cantiere, alla posa e alla maturazione. Un prodotto, pertanto, progettato, controllato e garantito, e coperto, financo, da una polizza di assicurazione.
Il mercato, nelle condizioni in cui si trova oggi, ha bisogno di certezze e non di promesse. Nel mercato c’è ancora, fortunatamente, una buona percentuale di imprese virtuose in tutti i sensi; imprese che vogliono la qualità, e che hanno ben capito che il costo di un calcestruzzo non è quello che si paga in fattura, bensì quello che contempla anche i costi derivanti da tutte le grane che un prodotto può creare. L’utilizzo di Aeternum CAL comporta minori emissioni di CO, nell’aria grazie al risparmio ottenuto nel tempo attraverso un numero ridotto di manutenzioni, rifacimenti, trasporti e smaltimenti. Elevata durabilità, connessa a prestazioni performanti, sono gli esiti di un calcestruzzo eterno (dagli attuali cinquant’anni si passa a 250 anni di durata delle opere con l’impiego dell’Aeternum CAL).
Per dissipare un’erronea impressione che, ultimamente, circola in alcuni ambienti, vorrei precisare che l’Aeternum CAL non è la panacea per tutti i mali. È un prodotto che vive in una dimensione di eccellenza, ma non è pensato per tramutare un pessimo calcestruzzo in un prodotto di qualità. Questa alchimia è preclusa all’Aeternum CAL, come a qualsiasi altro prodotto oggi sul mercato, per la semplice ragione che l’Aeternum CAL è un complesso di idee condensato in un unico prodotto perfettamente bilanciato nei dosaggi e in grado di sfruttare al meglio le sinergie dì ogni singola materia prima al fine di ottenere un dosaggio ottimale e funzionale con tutti i cementi presenti sul mercato. Condicio sine qua non, tuttavia, rimane la qualità delle materie prime.
Un esempio virtuoso
Ci tengo a evidenziare, per concludere, una proficua collaborazione tra Tekna Chem e Imprese Pesenti, azienda di Covo (BG). L’Impresa Pesenti, prima ancora di produrre, nelle proprie sedi di Covo e di Vailate (CR), l’Aeternum CAL (e altre soluzioni della linea Aeternum) ha sposato la nostra tesi: la ricetta per assicurarsi il risultato di avere costruzioni di alta qualità, nonché durevoli e ecosostenibili, passa da un percorso obbligato che prevede diverse e ben scandite tappe: formazione, progettazione, produzione, posa in opera e controllo.
La nostra idea di qualità/sostenibilità è stata sposata da Pesenti in un momento in cui l’azienda aveva in corso un progetto di ristrutturazione interno. In quella fase di riorganizzazione Pesenti ha puntato decisamente all’obiettivo qualità, a partire da quella dei materiali. Va pur detto che i concetti di qualità e innovazione, in particolare nel campo dei mate- riali e delle tecnologie, sono sempre stati dei capisaldi culturali di Pesenti. In ogni modo, nel mezzo di questa Ioro fase di ristrutturazione, si sono rivolti a noi e, insieme, abbiamo elaborato un programma di formazione del personale e di messa a punto degli impianti di produzione.
Dopo otto mesi, Imprese Pesenti ha raggiunto il 25o/» di calcestruzzi speciali realizzati con Aeternum CAL. Altra precisazione necessaria: un manufatto realizzato con Aeternum garantisce una vita utile che può andare ben oltre i 250 anni. Il tutto a un costo di venti euro in più al m’ rispetto a un tradizionale calcestruzzo. Oggi, con questa politica, Imprese Pesenti ha margini di remunerazione e, al contempo, persegue una pratica di ecosostenibilità.